Sembra ma non è: i dolci trompe l’oeil sono una tendenza della pasticceria sempre più social. E’ conosciuta in quanto tecnica artistica con cui i pittori riuscivano ad ingannare l’occhio. Il trompe l’oeil però è ormai un concetto che si è esteso anche alla gastronomia e, soprattutto, alla pasticceria. Oggetti comuni che in realtà sono torte, o, al contrario, pasticcini che in realtà sono tutt’altro, la tendenza dei dolci trompe l’oeil sta spopolando sui social network. Sono molti i feed di Instagram costellati da food photography di dolci trompe l’oeil.
Che cos’è il trompe l’oeil?
Trompe l’oeil è un’espressione francese che si traduce letteralmente con “inganna l’occhio”. Chiaramente, nella storia dell’arte è un fenomeno che ha attraversato i secoli, seguendo il costante interesse dei pittori in merito alla raffigurazione realistica della realtà. Solo nel Seicento però diventa una tecnica vera e propria. L’idea dell’illusione in pasticceria sta prendendo sempre più piede. Questi pasticcini incredibilmente realistici hanno contribuito al successo di molti chef. Però, come dice il pasticcere Christophe Adam: “Il trompe-l’oeil può essere qualsiasi cosa, ma non dovrebbe essere qualsiasi cosa… Deve essere bello e buono. Per il resto, lasciate che ognuno esprima la propria creatività.” L’apparenza e l’illusione non devono prevalere sul gusto, dopotutto si tratta di dolci che devono stuzzicare la curiosità ma anche il palato.
Tra alta pasticceria e illusione
Tra le creazioni più famose di trompe l’oeil in pasticceria troviamo i “frutti scolpiti” di Cédric Grolet. Autore di “Frutti. L’arte della pasticceria”, una raccolta di creazioni haute-couture a tema frutta. Conosciuti i suoi limoni costituiti da gusci di cioccolato bianco spruzzati con polvere d’oro, ripieno di limoni in camicia e ganache allo yuzu. Anche il MOF Thierry Bamas, in occasione del corso ad Aromacademy, l’Accademia di Pasticceria di Roma, si è ispirato alla natura, creando una mela meravigliosa. Riproposta poi per San Valentino, il MOF Bamas ha creato una mela caramellata costituita da: panna montata al ribes nero, croccante al limone e biscotto alle mandorle. Il richiamo mitologico alla mela come “oggetto di tentazione” è del tutto casuale.
Anche altri pasticceri si sono cimentati con il gioco dell’illusione. Ad esempio, parliamo dello chef Yannick Delpech con il suo “Uova alla coque”: il tuorlo è una composta di mango; il bianco una panna cotta al cioccolato. Il tutto raccolto in un vero guscio d’uovo. Anche la chef svizzera Marie Robert propone, poi, nel suo ristorante stellato un “uovo rotto nel nido di un uccello”, nella realtà un dolce alle albicocche su un nido di cioccolato.
Il fenomeno social
La carriera di molti pastry influencer ha avuto una forte impennata anche grazie a questa tendenza. Sui social poi stanno spopolando le creazioni della pasticcera Alison Chan della Dear Harley Bakery: scarpe da ginnastica, bottiglie di Coca Cola ma anche orecchini, sigari e tanto altro. Lo stesso vale per le torte iperrealistiche di Tuba Geckil con il suo aspirapolvere o il suo cellulare edibile. Scarpe, borse, manichini fanno da scenografia ad un set che sorprende, tutto da gustare. Per poi concludere con il famoso pasticcere Amaury Guichon che ha fatto del trompe l’oeil la sua arte. Uno degli esempi più calzanti è quello della scatolina di un anello di fidanzamento: in realtà si tratta di una cheesecake composta da una base croccante di streusel alla vaniglia, un pan di spagna alla crema di mandorle e mirtilli, una composta di mirtilli e una mousse light al limone; il resto è 100% cioccolato.
La pasticceria è un’arte, lo sappiamo, e l’occhio vuole la sua parte. Attraverso la tecnica del trompe l’oeil in pasticceria si riesce a creare la giusta sinestesia che permette di essere sorpresi tanto alla vista quanto al gusto.